ESSERE SE STESSI E AUTOPROTEGGERSI
ESSERE PERSONA
Al centro del pensiero di M.T. Romanini c’è il concetto di persona, tanto che l’Analisi Transazionale da lei interpretata potrebbe essere definita Analisi Transazionale Personalistica (Attanasio, 2005).
L’autrice cerca dietro i personaggi del copione la persona con le sue linee di forza, puntando sulle aree di salute e non di malattia. Il curare, se si vuole prendere la sua eredità, diventa un prendersi cura della persona, un’accompagnarla mentre porta alla luce la sua unicità, il suo vivere nel mondo in armonia con la propria essenza. 

Quando parla di persona la Romanini (1999) si riferisce all’essere umano che si sviluppa nelle tre dimensioni che lo caratterizzano, ovvero nel corpo, nella psiche e nell’anima. Le tre entità sono distinte e interdipendenti.
Il corpo è la nostra fisicità, il nostro livello biologico.
L’anima è il nucleo esistenziale (nucleo portante e centrale secondo la definizione di Edith Stein e la proposta in Analisi Transazionale di James e Savary, 1978), l’essenza unica e irripetibile dell’uomo. L’anima non è identificabile con i tratti di personalità o con i processi psichici, ma è un elemento che, permeando con la sua forza gli altri livelli (psichico e fisico) rende ciascuna persona “visibile” secondo il suo stile (Attanasio, Pierini, 2005). L’anima non può essere conosciuta dall’esterno ma solo attraverso l’esperienza ( Weil, 1955) emotiva del sentirsi in connessione con se stessi (Attanasio, Pierini, 2005).
L’Autrice avanza l’ipotesi che nell’anima vi sia la sede del bisogno di attaccamento (ovvero di relazione, di amare ed essere amato nel rispetto della propria unicità e autonomia), notando la natura portante che esso ha per l’uomo.  
Riguardo l’esistenza e la natura di questo livello non vi è accordo tra i vari studiosi: c’è chi nega l’esistenza dell’anima oppure chi la riconosce ma non la differenzia dalla psiche.
La psiche è il livello che fa da cerniera tra il corpo e l’anima, cogliendo i segnali corporei e confrontandoli con la realtà esistenziale, permettendo al soggetto di comprendere, definire e gestire se stesso e il mondo intorno a sé. E’ a livello psichico che l’uomo si misura con il qui ed ora, ovvero con lo spazio e il tempo del suo vivere (Romanini, 1999). La psiche, a seconda della sua funzione, si differenzia a sua volta in 3 livelli: spazio psicobiologico, psicosociale e psicoesistenziale.
AUTOPROTEGGERSI
L’autoconsapevolezza è la specifica difesa dell’uomo, che prende il posto delle reazioni istintuali proprie degli animali ed è punto di partenza per una sana accettazione di sé e dell’altro. L’autoconsapevolezza è attribuire significato al proprio esserci e va al di là della consapevolezza. Quest’ultima è il conoscere di un oggetto esterno a me, è una descrizione di me. L’autoconsapevolezza invece è l’autoricoscimento di se stessi, è il riconoscersi e autodefinirsi soggetto e causa attiva dei propri pensieri, sentimenti e comportamenti. La  comparsa del linguaggio in prima persona è segnale del riconoscersi del bambino come persona, con i suoi sentimenti, sensazioni e volontà; quest’ultima spesso osteggiata e incompresa da chi sente il dovere di prendersi cura di lui (Romanini, 1999).
La Romanini parla di 3 livelli di autoconsapevolezza.
     1) A livello psicobiologico si sperimentano le sensazioni propriocettive o posturali, la sensorialità (rilassatezza, tensioni, espansione del torace, leggerezza degli arti o pesantezza, energia nei muscoli) e le sensazioni visive, olfattive, gustative e tattili. Spesso si è poco consapevoli del proprio corpo e raramente ci si permette di entrare dentro di esso. Ma questo passaggio è importante non solo per acquisire consapevolezza, ma anche per costruire autoconsapevolezza psicofisica: ovvero riconoscersi soggetti attivi delle percezioni. Ciò è segnale che vi è  collegamento tra l’ambito fisico e quello psichico, e che ci si è  riappropriati del corpo con le sue sensazioni.
    2) A livello psicosociale vi è il dialogo con se stessi e con l’altro, influenzato dall’identità che la persona ha costruito in relazione con l’ambiente d’origine, e che può essere limitante o in continua espansione e in contatto con la propria unicità.
L’autoconsapevolezza psicosociale assume tratti caratteristici nei 3 stati dell’Io ( Per la definizione degli stati dell'Io vedi " Chi siamo e come funzioniamo"): nel B è autoconsapevolezza dei propri sentimenti, emozioni, sensazioni, della propria capacità empatica e creativa, è riconoscere gli stimoli che hanno dato origine agli insight e alle prime impressioni nei confronti dell’altro (simparia, antipatia).
L’autoconsapevolezza dell’A è autoconsapevolezza del pensare, del valutare, del volere, del prevedere, del ridimensionare per mezzo dell’umorismo[1].
L’autoconsapevolezza del G[2] si esprime nel giudicare il comportamento altrui, nel comandare, nel correggere, nel prendersi responsabilità o rifiutarle, nella tenerezza e benevolenza verso se stesso e l’altro, nel donarsi, nel proteggere e nel proteggersi, nel permesso di esprimersi e nel permettere all’altro di esprimersi (Romanini, 1999).
L’autoconsapevolezza psicosociale è sperimentata quando l’uomo si concilia con il suo passato, integra le parti di sé, superando il conflitto tra dipendenza e autonomia, tra essere se stessi e essere in relazione, e aprendosi ad un rapporto di attaccamento.
Nell’adattamento si cerca una falsa sicurezza fondata sul riconoscimento da parte dell’altro, nell’attaccamento vi è una responsabile presa di coscienza della diversità e del proprio e altrui okness, pur nella diversità a volte incompatibile. Qui la diversità assume il significato di valore (Romanini, 1999). La persona riconoscendosi distinta dall’altro, separando ciò che gli appartiene da ciò che non gli appartiene, riconoscendo i propri bisogni e dando ad essi nuovi giudizi, diviene sempre più capace di relazione. Ci si avvia così verso l’autoconsapevolezza psicoesistenziale.
    3) L’autoconsapevolezza psicoesistenziale si ha quando la persona coglie e sperimenta la sua unicità e il significato ultimo del suo esistere come essere in relazione di intimità con l’altro e con l’Altro. Ciò pervade sia il livello psicobiologico sia quello psicosociale: ovvero l’intimità con se stessi e l’altro è vissuta con ogni parte di sé.

ATTANASIO S., PIERINI A., Lo sviluppo di Sé per Maria Teresa Romanini: l’Analisi Transazionale Personalistica, Riv. It. Di AT e Met. Psicot., 54, 2008 .
FORNARO A., Stati dell’Io e funzioni psichiche, Riv. It di AT e Metod. Psicoter, XXIII,45,2003.
JAMES M., SAVARY L., A new self, , Addison-Wesley, Melmo Park 1978.
ROMANINI, Autoconsapevolezza, Riv. It. Di AT e Metod. Psicoter., 36, 1999.
STEIN E., Psicologia e scienze dello spirito, , Città Nuova Editrice, Roma 1996.
WEIL, Attesa di Dio, Rusconi Editore, Milano, 1972.



[1] L’umorismo è frutto di una consapevolezza psico-esistenziale che permette di ridimensionare il problema (Romanini, 1999).
[2] Stato dell’Io fortemente carico di emotività che si forma a partire dalle intuizioni e sensazioni in B che il bambino ha nel suo rapporto con i genitori (Romanini, 1999).