Iperventilazione e conseguenze
Iperventilare
più che “respirare troppo”
significa respirare in modo non adeguato ed eccessivo rispetto alle
esigenze dell’organismo. Una respirazione adeguata quando si svolge attività
fisica è invece eccessiva e dannosa quando si è seduti e si respira
affannosamente perché ci si sta arrabbiando.
In questo caso l'organismo
reagisce, in base ad un istinto primordiale, come se si fosse in presenza di un
pericolo che richiede un'intensa attività fisica e scatena l'impulso a
respirare molto, in previsione di un accumulo di anidride carbonica. Il
frequente ripetersi di questi episodi di stress quotidiano porta allo
sfasamento del ritmo respiratorio, che permane più intenso del necessario,
anche quando si dorme.
Più
velocemente si respira, più si attiva la circolazione del sangue e di tutti i
fluidi nel nostro corpo. Questo stimola l’attività neuromuscolare e un maggiore
consumo di energie. Di conseguenza il nostro sistema è più affaticato.
A
livello fisiologico quando vi è un respiro eccessivo (iperventilazione)
nell’organismo umano vi è una quantità maggiore di ossigeno rispetto l’anidride
carbonica. Ciò fa sì che le particelle di ossiemoglobina del sangue (cioè
l’emoglobina che ha assimilato l'ossigeno) trattengano l'ossigeno, senza lasciarlo
passare nei tessuti. La situazione che si crea è che i vari organi soffrono di
carenza di ossigeno, pur in presenza di un sangue saturo di ossigeno (effetto
Verigo –Bohr). Questo perchè è la presenza di CO2 (anidride carbonica) che dà
il segnale dell'esigenza di ossigeno, e quando vi è poca CO2 l'organismo
crede, erroneamente, che non vi sia bisogno di O2 e invece di farlo passare dal
sangue ai tessuti lo fa di nuovo uscire con l'espirazione.
Gli
studi del dr. Buteyko hanno permesso di individuare gli effetti non solo degli
attacchi di iperventilazione acuta ma anche quelli provocati da una
iperventilazione più leggera ma cronica .
Sono
state individuate correlazioni tra la respirazione e l’insorgenza di disturbi
quali: asma, epilessia, ipertensione, stenocardia, infarti, colpi apoplettici,
emorroidi, eczema. Questi ed altri sono non tanto delle malattie quanto
piuttosto dei meccanismi difensivi messi in atto dall'organismo per impedire
che la perdita di CO2 raggiunga livelli incompatibili con la vita, e come tali
questi meccanismi difensivi rimangono finché non viene eliminata la causa
(perdita di CO2 provocata dall'iperventilazione) che li aveva fatti sorgere (Fiamma
Ferraro, 2010).