Benessere e sofferenza in Analisi Transazionale

CHI SIAMO E COME FUNZIONIAMO?
Chi siamo è una domanda molto vasta, che da sempre ha interpellato varie discipline. In questo breve articolo lo scopo è di dare informazioni, provenienti dall’approccio psicoterapeutico analitico transazionale, che possono essere utili a gettare una luce sul nostro funzionamento interno e offrire una prima comprensione riguardo il comportamento umano.

Siamo prima di tutto in continua relazione con noi stessi, in continuo dialogo sia che ce ne rendiamo conto sia che non ne siamo consapevoli. La natura di questo dialogo, ovvero la sua piacevolezza o al contrario la sua sgradevolezza, determina lo stato emotivo. Quello che proviamo non è legato agli eventi o a ciò che l’altro fa e dice, ma a ciò che ci diciamo.
Andiamo a vedere quali sono le parti che dentro di noi parlano.
Berne, il fondatore dell’Analisi Transazionale, individua 3 strutture psichiche chiamate Stati dell’Io: il Genitore (G), l’Adulto (A) e il Bambino (B).

Nel G sta la memoria della nostra relazione con le figure di riferimento, dalle quale possiamo aver interiorizzato sostegno, divieti, permessi, critiche, ecc…La nostra capacità di prenderci cura di noi e di autoproteggerci, il giudizio che abbiamo su di noi e sugli altri sono collegati al nostro Genitore interno.
L’A è la parte in grado di raccogliere informazioni ed elaborarle in modo da trovare soluzioni obiettive.
Il B è la sede dei sentimenti autentici, della creatività, dell’intuito e anche degli adattamenti. Il bambino bisognoso di cure e di relazione decide, inconsapevolmente, di reprimere sentimenti e comportamenti non funzionali nell’ambiente in cui si trova a vivere, e si adatta. Alcuni atteggiamenti del presente risalgono a là e allora (ad esempio comportamenti di compiacenza-sottomissione, di ritiro, di sfida).
Queste 3 strutture non sono fisse, ma in continua trasformazione, aperte a nuove possibilità di relazione con se stessi e con gli altri.  Le neuroscienze danno sostegno a quanto detto: gli studi hanno evidenziato una enorme e sorprendente plasticità neuronale presente in qualsiasi età.

Se ci spostiamo dentro di noi, si possono trovare diversi tipi di dialogo: un G critico e svalutante e un B che si adatta trattenendo le emozioni, in genere quella di rabbia, o si ribella; un G scarsamente protettivo e un B che non riesce a contenere le sue emozioni di paura, di dolore, ecc…; il B libero, portatore di desideri e sentimenti, in conflitto con il B adattato che sente di non potersi permettere certi sentimenti, comportamenti e desideri.
Come in un conflitto interpersonale anche in quello interno occorre far esprimere ogni parte con la mediazione di un A funzionante. 
Serve fermarsi e prima di voler cambiare gli altri o se stessi ascoltare cosa si prova, quali sono i pensieri dietro le sensazioni e le emozioni. 
Se si vuole, poi, proseguire alla scoperta di sé, il viaggio continua con il far affiorare fantasie e ricordi.  Si può cogliere come nella propria storia quei sentimenti e comportamenti che ad oggi sono d’intralcio hanno avuto una funzione di sopravvivenza e sono indice della sorprendente forza e capacità dell’essere umano di trovare strategie per vivere mantenendo la relazione.

Oppure si può verificare che dentro di noi il conflitto è messo a tacere da una parte che domina sulle altre. Allora si nota la prevalenza di alcuni comportamenti: nel caso in cui è attivo maggiormente il G la persona ha per lo più un ruolo di sostegno nei confronti degli altri, o tende a prevaricare e ad essere intransigente per l’esclusione della parte di sé bisognosa o debole proiettata fuori; oppure quando domina il B adattato si hanno soprattutto atteggiamenti di compiacenza-sottomissione o ritiro con la percezione di non adeguatezza e non appartenenza, o di sfida nei confronti dell’autorità; ancora quando è l’A ad essere molto presente emerge la parte razionale a discapito della parte affettiva.
In ogni momento della vita si può prendere consapevolezza del significato dei propri comportamenti e scegliere nuove strade.

L’obiettivo è quello di riallineare i 3 Stati dell’Io, ovvero far sì che G, A, B non siano più in lotta, ma ognuno di essi abbia il suo spazio e sia in dialogo  con gli altri stati dell'Io.
Il traguardo, che in realtà è punto di partenza, mezzo e non fine, nel viaggio verso se stessi, consiste nell’individuazione e integrazione delle diverse parti sé.
A seguito di ciò si sperimenta una sensazione di rilassatezza, la scomparsa del rumore di sottofondo fatto dall’accavallarsi di tanti pensieri e l’emergere dell’energia, prima bloccata nel conflitto o nell’esclusione di parti di sé, ora utilizzabile per realizzarsi in sintonia con se stessi.

BERNE E., Analisi Transazionale e psicoterapia. Un sistema di psichiatra individuale e sociale, Roma, Astrolabio, 1971 (ed. originale 1961).
ROMANINI M.T., Costruirsi Persona, Milano, Ed La Vita Felice, 1999.
KANDEL E. R., Principi di neuroscienze, CEA, 2003.