LA
REGOLAZIONE DELL’EMOZIONE
Le
emozioni sono un sistema di segnalazione specializzato di ciò che accade nella
relazione con l’ambiente e si accompagnano a strategie di gestione in vista
dei comportamenti più funzionali. La buona sinergia tra emozioni e processi di
regolazione è alla base dell’autonomia psicologica.
Il neonato quando nasce mostra una dipendenza non solo fisica ma anche psicologica: ha bisogno di una mente esterna che accolga e risponda ai suoi bisogni e alle sue emozioni.
Questo è il primo e fondamentale passo per sviluppare la capacità di regolazione emotiva:
il bambino la acquisisce cominciando a interiorizzare la presenza rassicurante (percepita all'inizio attraverso il contatto e la soddisfazione dei bisogni primari) della figura di riferimento. Verso il primo anno di vita il bambino utilizza l’espressione del volto dei genitori per regolare la propria emotività e il proprio comportamento (fenomeno del riferimento sociale).
Stern (1985) parla di come la capacità di tenere a mente il genitore sia la base per sviluppare la regolazione emotiva e l’autonomia psicologica. E’ infatti in età prescolare che il bambino mostra le prime capacità di autoregolazione: verso i 3 anni grazie allo sviluppo del linguaggio interno, del gioco simbolico e dell’interiorizzazione delle regole; verso i 4 anni con la capacità di categorizzare le esperienze, funzionale a ridurre l’imprevedibilità del mondo. In età prescolare lo sviluppo cognitivo permette di utilizzare strategie più evolute per la gestione delle emozioni.
Il neonato quando nasce mostra una dipendenza non solo fisica ma anche psicologica: ha bisogno di una mente esterna che accolga e risponda ai suoi bisogni e alle sue emozioni.
Nei
primi 3 mesi la regolazione passa attraverso la regolazione dei ritmi
fisiologici (sonno, alimentazione e funzioni corporee). La madre funge così da
regolatore psicobiologico.
A partire dalla soddisfazione dei bisogni primari
(espressi con il pianto e le vocalizzazioni) il bambino costruisce un senso di sé,
inizialmente psicocorporeo (percezione dei propri confini fisici e del proprio
movimento), e mette le basi per un vissuto basato sulla fiducia di sé e dell’altro
(“se piango, ovvero faccio qualcosa, l’altro risponde al mio bisogno”).
Il
bambino inizia così a tollerare sempre di più gli stati interni di tensione e vi è una
diminuzione dei pianti verso i 3-4 mesi.Questo è il primo e fondamentale passo per sviluppare la capacità di regolazione emotiva:
il bambino la acquisisce cominciando a interiorizzare la presenza rassicurante (percepita all'inizio attraverso il contatto e la soddisfazione dei bisogni primari) della figura di riferimento. Verso il primo anno di vita il bambino utilizza l’espressione del volto dei genitori per regolare la propria emotività e il proprio comportamento (fenomeno del riferimento sociale).
Stern (1985) parla di come la capacità di tenere a mente il genitore sia la base per sviluppare la regolazione emotiva e l’autonomia psicologica. E’ infatti in età prescolare che il bambino mostra le prime capacità di autoregolazione: verso i 3 anni grazie allo sviluppo del linguaggio interno, del gioco simbolico e dell’interiorizzazione delle regole; verso i 4 anni con la capacità di categorizzare le esperienze, funzionale a ridurre l’imprevedibilità del mondo. In età prescolare lo sviluppo cognitivo permette di utilizzare strategie più evolute per la gestione delle emozioni.
Tra
le strategie di regolazione che la persona sviluppa ci sono la capacità di dare
nome e significato agli eventi emotigeni (alla base vi è la mentalizzazione,
che si apprende nella relazione, ovvero il saper leggere la propria mente
emotiva e quella degli altri), la distrazione e la condivisione sociale.
Barone
L. Emozioni e sviluppo, Carrocci
Editore, Roma, 2009.